Mais e gelsibachicoltura; extracomunitari camuffati. Storia delle campagne bergamasche dal settecento a oggi
Il Ducato di Piazza Pontida
è lieto di invitarVi alla serata su
Mais e gelsibachicoltura; extracomunitari camuffati
Storia delle campagne bergamasche dal settecento a oggi
(Relatore Prof. Gianluigi Della Valentina)
Giovedì 29 settembre 2016 ore 21.00
presso la Sala Ristorante di Balzer - Portici Sentierone, 41 BERGAMO
Nei variegati rapporti fra l’uomo e la natura affondano alcune delle più tenaci radici dalle quali germogliano le identità; rapporti mediati dal lavoro, soprattutto agricolo, di ciascuna comunità che ha assunto ovunque caratteri differenti nel corso del tempo.
A condizionare le agricolture locali sono stati i peculiari caratteri morfologici, climatici, idrografici, la maggiore o minore fertilità dei suoli di ogni ambiente, le sue risorse vegetali e animali, originarie o importate magari da contrade lontane, come accadde fra l’Adda e l’Oglio dove, per tre secoli, il sistema colturale e la stessa economia restarono imperniati sulla gelsibachicoltura e sul granoturco che nemmeno forzando la verità potrebbero rivendicare ascendenze bergamasche.
Nella costruzione dell’identità, insieme alla lingua, alla storia, alla religione e ad altri fattori ancora, concorse la stessa posizione geografica; i confini hanno avvicinato ogni terra e la sua gente a certe popolazioni e non ad altre, condizionandone dunque la trama delle relazioni e i flussi commerciali.
Per via dei suoi caratteri fisici, sin dal Medio Evo Bergamo dovette cercare fuori dei propri confini sia occasioni di lavoro per la manodopera in eccedenza, sia la stessa base alimentare - i cereali – che non produceva a sufficienza. Il pareggio della bilancia commerciale fu trovato nella gelsibachicoltura e nella lavorazione della seta che indirizzarono l’asse produttivo verso un’inedita agricoltura manifatturiera aperta agli scambi con l’esterno.
Smiciatöt
Duca di Piazza Pontida
Mario Morotti