Dizionario bergamasco-italiano a cura di CARMELO FRANCIA e EMANUELE GAMBARINI
càrica, sf. carica, ufficio di una certa importanza; alsàs de càrica crescere di grado caricatüra, sf. caricatura, rappresentazione deformata a scopo satirico o umoristico, dei segni caratteristici o dei difetti di un soggetto caricolada, sf. caracollo, movimento compiuto dalla prima fila di uno squadrone di cavalleria per passare in coda cariéra, sf. carriera, ramo di attività; avanzamento in una professione, in un impiego; forte andatura, velocità; dervìs di bèle cariére aprirsi una serie lumninosa di incarichi; fà la sò cariéra avanzare mano a mano di grado; indà de töta cariéra andare con grande velocità cariliù, sm. carillon, meccanismo capace di riprodurre semplici melodie e consistente in un cilindro munito di punte che fa vibrare delle lamelle metalliche cariöl (v. andaröla) cariöla, sf. carriola, piccolo carretto con una ruota e due stanghe che si spinge a mano; utile in edilizia e in agricoltura; èss in quinta cariöla essere malaticcio; essere senza denaro cariölòt, sm. carro con due ruote molto basse e con una stanga sola carissiùs, caristiùs, agg. caro, chi vende la roba a prezzo più alto degli altri carità, sf. carità, sentimento che spinge a porgere aiuto a chi ne ha bisogno; amore verso Dio e il prossimo; atto concreto di misericordia; elemosina; carità pelusa quella da cui si attende un vantaggio; fà la carità far l’elemosina; la carità la và fò de l’öss e la vé dét de la pórta chi del suo dona, Dio gli ridona; prima càritas e pó caritàtis il primo prossimo è sé medesimo; sircà la carità elemosinare, mendicare carlàm (v. öv); èss in carlàm essere malaticcio carlét, carölét, agg. tarlato; aggredito, corroso dai tarli carlì, v.intr. tarlare, riempirsi di tarli Carlo, sm. Carlo, nome proprio, (dim.) Carlì Carlino; moneta d’oro o d’argento del regno di Sicilia, attribuito poi a diverse altre imitate da quella; al tép de Carlo ü al tempo antico carluna, nell’uso solo nella locuz.: a la carluna in fretta e senza cura carmì, sm. carminio, colorante rosso contenuto nella cocciniglia carnagiù, sf. carnagione, l’insieme delle qualità e il colorito della pelle umana carnàm, sm. carname, massa di carne, specialmente putrefatta; mucchio di cadaveri carnàss (v. cadenàss) carne, càren, sf. carne, nel corpo dell’uomo e degli animali vertebrati, la parte costituita dai muscoli; carne degli animali usata come alimento dell’uomo; il corpo umano come contrapposto allo spirito; (pegg.) carcassa carnaccia; a m’ sè töcc de carne siamo tutti sottoposti ai desideri e ai difetti carnali; ass de la carne tagliere; carne a ròst carne arrosto; carne a spid (al giro) arrosto allo spiedo; carne che comènsa a sènt (a sentì) carne stantia; carne che delégua ‘n bóca carni tenere; carne ègia la fà bù bröd le parole dei vecchi contengono saggezza; carne mia fròla carne tigliosa; carne soriana carne vaccina; chi à mangiàt la carne, a l’ mange a’ i òss chi ha mangiato la carne mangi anche l’osso; culùr carne di color roseo; èss carne e óngia con vergü essere pane e cacio; èss de carne e òss essere sottoposto ai bisogni del corpo; èss in carne essere ben panciuti; fà stremì la carne darle una prima cottura; l’è miga carne per i mé décc non è un affare adatto alla mia persona; la carne buna la fà tanta s-ciöma la buona carne fa molta schiuma nel bollire; la carne dré a l’òss l’è la piö buna la carne più saporita è quella più vicino all’osso; mètes in carne ingrassare; no gh’è carne sènsa òss non cè il solo piacere ma anche il dolore; öna bèla carne una carnagione colorita; pïàs (mangiàs) zó la carne di dicc mordersi le dita; troà carne per i sò décc trovar chi risponda e resista; ü tài de carne ciascuna delle parte della bestia macellata |
||